venerdì 8 febbraio 2019

Storia: Osteria dell'Osa

Si trova all'altezza del km 18,800 della Via Prenestina; il vicino fosso, la strada il quarto circostante sono omonimi.

L'osteria costituisce l'ultima fase di una continuità di insediamento iniziata in epoca preromana, come testimoniato dai corredi rinvenuti nella vicina necropoli che da essa prende il nome. Il età repubblicana il luogo venne occupato da un piccolo abitato rurale; la sua frequentazione proseguì senza interruzione per tutto il Medioevo, divenendo avamposto fortificato dipendente dal vicino castello dell'Osa e addetto alla sorveglianza del vicino ponte romano intitolato alle sante Degna e Merita. Nel Medioevo fu singolare la progressiva propagazione di castelli in quella che allora era la campagna romana. Propagazione condotta da ciascuna famiglia nobiliare di Roma da qui partendo ed irraggiandosi lungo le strade consolari, come in questo caso. L'osteria deve aver inglobato nelle pareti le murature romane e medievali. 

La necropoli scoperta è dell'età del ferro. Datata nel periodo compreso tra il IX e i primi decenni del VI secolo A.C., è composta da un insieme di circa 600 – 700 tra tombe e sepolture. Le ricerche effettuate in luogo hanno permesso di riportare alla luce una quantità notevole di reperti che descrivono indizi molteplici delle pratiche funerarie esercitate nell’epoca, mediante l’incenerimento delle spoglie mortali o la deposizione attraverso l’inumazione dell’intero corpo a contatto con il terreno. Gli scavi archeologici permisero una valutazione approfondita delle caratteristiche fisiche e morfologiche dei defunti, delle condizioni di vita quotidiana, delle derrate alimentari a disposizione per il personale fabbisogno e delle professioni talora svolte dalle popolazioni dispiegate nell’insediamento. 

Nei ritrovamenti fecero parte delle iscrizioni espresse in Lingua Greca (datate 650 A.C. ) e in Lingua Latina (750 A.C.), che sono risultate stimate dagli storici come della più antica d’Italia la prima, e come la più antica del mondo la seconda. La necropoli dell’Osa è collegata con la fiorente Gabii, antica città, colonia di Albalonga. Nella Necropoli dell’Osa compaiono gli elementi sistematici che attestano il processo di formazione della città latina di Gabii. Quest’ultima rappresenta il vertice antico di un triangolo con ai lati disposte le cittadine di Tibur (Tivoli), Praeneste (Palestrina) e Collatia (le notizie la situano nei dintorni del Castello di Lunghezza) che nel periodo antico ebbero uno sviluppo di notevole importanza nelle vicende storiche e politiche che riguardarono il centro Italia, in forza delle potenzialità strategiche della posizione che occuparono al centro delle arterie di collegamento e dei percorsi commerciali che mettevano in comunicazione la valle dell’Etruria con la Campania. Le comunità erano legate tra loro da strutture di parentela, guidate da capi guerrieri e sacerdoti. Vivevano in capanne e si approvvigionavano presso il Lago di Castiglione. In alcuni periodi dell’anno lavoravano la ceramica, ed erano ottimi utilizzatori dell’argilla. Il legno era conosciuto e sfruttato. Le famiglie erano composte generalmente da 4 o 5 figli e le donne erano provette lavoratrici soprattutto quelle in giovane età. 

Bibliografia

  • Anna Maria Bietti Sestieri (a cura di), La necropoli laziale di Osteria dell'Osa, Roma, Quasar, 1992, ISBN 978-88-7140-060-0.
  • (EN) Anna Maria Bietti Sestieri (a cura di), The Iron Age Community of Osteria Dell'Osa. A Study of Socio-political Development in Central Thyrrenian Italy, Cambridge, Cambridge Universiy Press, 1992, ISBN 0-521-32628-1.

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