giovedì 27 dicembre 2018

Roma Est si ribella: STOP AL PEDAGGIO A24

Dalle periferie di Roma Est è partita una lettera verso il centro della capitale. La destinataria è la sindaca Raggi che però, ancora non ha risposto. Un appello a essere ascoltati inviato lunedì 17 dicembre, dopo un mese di raccolta firme: sono circa 3000 i cittadini che chiedono l'abolizione del pedaggio autostradale per i residenti di Nuova Ponte di Nona, Villaggio Prenestino, Castelverde, Case Rosse, Corcolle, Colle degli Abeti. "Ci sentiamo in trappola perché non siamo liberi di circolare nella nostra stessa città" ha detto Dario Musolino, presidente del comitato di quartiere Nuova Ponte di Nona. "Vogliamo essere ascoltati e convocati dalla sindaca - ha aggiunto - perché non è più sostenibile che chi si sposta per andare a lavorare sia costretto a pagare per uscire e tornare a casa". 

Nuova Ponte di Nona è un quartiere residenziale sorto nel 2001 in cui abitano circa 20mila persone: a spostarsi fuori dal GRA sono state soprattutto giovani famiglie in cerca di una casa a prezzi accessibili. Per andare a lavoro, ma anche per accompagnare i figli a scuola (nel quartiere non ci sono licei), devono raggiungere il raccordo ma prima, sono costretti a percorrere 4-5 chilometri di autostrada. Da qui il pagamento del pedaggio per ogni spostamento non solo da Ponte di Nona ma anche dagli altri quartieri limitrofi come Lunghezza e Settecamini. Le alternative al tratto di A24 ci sarebbero e si chiamano Collatina e Prenestina: "Strade sature per il traffico ma soprattutto prive di manutenzione, piene di buche e prive di illuminazione" ha continuato Musolino.

Con la lettera inviata alla sindaca si chiede di dare seguito alla mozione n. 52 del maggio 2018 con cui l'Assemblea capitolina impegnava Raggi a "estendere la gratuità" degli svincoli autostradali anche a Roma Est, esattamente come accade per il casello di Settebagni, a Roma Nord. Dopo mesi di silenzio, i cittadini hanno deciso di mobilitarsi con banchetti e punti di raccolta delle firme come bar, centri medici, profumerie, palestre e poi la storica cartoleria di quartiere che da sola ha raccolto tra le oltre 300 firme. A inizio dicembre sono stati anche sotto il ministero delle Infrastrutture insieme a sindaci del Lazio ma soprattutto dell'Abruzzo. Adesso chiedono di essere considerati, stanchi non solo della mancanza di mezzi pubblici e di strade che possano essere percorse gratuitamente e in sicurezza, ma anche di non essere ascoltati.

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